Frequentemente gli obiettivi dei ladri sono le seconde case, che rimangono vuote per la maggior parte dell’anno e che, proprio per questo motivo, rappresentano mete interessanti per i ladri.
Ma spesso, i malintenzionati ritornano anche in abitazioni di città, dopo aver studiato con attenzione le abitudini e gli orari degli abitanti.
Ma è vero che i ladri tornano nella stessa casa?
Di solito i ladri non tornano nella stessa casa quando sono riusciti nell’intento di rubare tutto quello che ritengono appetibile, ma può succedere che facciano nuovamente visita all’abitazione.
Fedeli al detto: “i colpevoli tornano sempre sul luogo del delitto”, molti scassinatori sfruttano l’esperienza derivante da un furto ben riuscito per portare via quello che avevano in precedenza trascurato.
Le tecniche dei ladri si sono affinate negli anni, perfezionando sistemi di intrusione e metodi di effrazione.
Per i derubati, i fattori di rischio sono elevati, in quanto i ladri possono sfruttare le conoscenze derivate dal furto precedente, la disposizione della casa e dei sistemi di allarme, l’eventuale presenza di cani da guardia e l’attenzione dei vicini.
Pertanto, non è mai consigliabile abbassare la guardia quando si ha subito un furto, ma al contrario è opportuno potenziare le difese attive e passive. Tra l’altro dopo aver subito un furto superare la paura non è facile, ma l’installazione di un sistema di antifurto casa professionale è sicuramente qualcosa che ridà alla famiglia un po’ di serenità.
I ladri come riescono ad aprire la porta?
Le porte costituiscono senza dubbio gli accessi preferenziali dei ladri, che di solito le scassinano utilizzando strumenti, come grimaldelli, piedi di porco, leve, cunei e martelli.
Anche le porte più resistenti, se prive di sistemi d’allarme, possono venire forzate, dato che, se il tempo disponibile per il ladro è sufficiente, lo scasso è molto probabile.
Secondo alcuni dati raccolti dal Censis, oltre l’80% dei furti si realizza tramite forzatura della porta d’ingresso, che i malintenzionati riescono ad aprire soprattutto con le famose chiavi Bulgare.
Le chiavi Bulgare
Le chiavi Bulgare sono speciali grimaldelli in grado di adattarsi alla perfezione a qualsiasi tipo di serratura, dato che riescono a ricostruire il profilo delle chiavi per serrature a doppia mappa.
Mediante tali strumenti non è necessario smontare la serratura, poiché tramite un tensore la serratura viene appunto messa “in tensione” per poi essere attaccata dalla chiave Bulgara che, vibrando, si adatta perfettamente alla struttura della serratura.
Un’altra tecnica impiegata di frequente dagli scassinatori è quella del lock-picking, che consente di aprire le porte servendosi di banali graffette metalliche, reperibili presso qualsiasi cartoleria.
Questa metodica richiede soltanto una notevole manualità e destrezza da parte del ladro.
Tra le tecniche dei ladri per aprire le porte, vi è il key-bumping, diffuso soprattutto tra i ladri esperti, che permette di agire direttamente sul cilindro della serratura mediante l’impiego ben calibrato di un martello.
In tutti questi casi, le serrature non vengono smontate e quindi le tempistiche per entrare in casa sono molto abbreviate.
Aprire la porta con lastra
Questa tecnica è utilizzabile soltanto quando il proprietario di casa è uscito senza chiudere a chiave la porta, ma soltanto tirandosela dietro.
Il meccanismo su cui si basa l’apertura con lastra prevede l’impiego di una tessera di plastica rigida, tipo bancomat, che deve essere strisciata nella fessura tra porta e stipite a livello della scocca.
Se la porta non è stata chiusa a chiave, la pressione della lastra rigida fa rientrare la scocca e di conseguenza apre la serratura senza nessuno scasso e in pochi secondi.
Si tratta di una metodica rapida ed efficace, che non richiede l’utilizzo di nessun voluminoso strumento di scasso e che pertanto può essere portata a termine in qualsiasi condizione, dato che una tessera di plastica sta comodamente in tasca.
Come i ladri riescono a togliere la chiave da dietro la porta: l’uso della calamita
Una tecnica molto in voga è anche quella della calamita che consente ai ladri di far girare la chiave dentro alla serratura oppure di farla cadere a terra.
Servendosi di una calamita professionale molto potente, gli scassinatori dall’esterno riescono ad attirare la chiave che, essendo di metallo, viene facilmente catturata.
A questo punto i malviventi hanno due opzioni: da un lato possono ruotare la calamita (a cui è attaccata la chiave) fino a farla girare all’interno della serratura, che di conseguenza si apre.
D’altro lato, sfruttando la forza di repulsione della calamita, possono direzionarla in maniera opposta e quindi far cadere le chiave.
Un’alternativa piuttosto diffusa è poi quella del forellino, considerata come la naturale evoluzione della tecnica del buco, molto più invasiva e difficilmente realizzabile.
Dopo aver praticato, all’altezza della maniglia, un forellino nel legno dell’infisso, gli scassinatori inseriscono un sottile cilindretto metallico con cui sono in grado di agire sulla serratura, sbloccando il meccanismo d’apertura.
Anche in questo caso di solito la chiave viene buttata a terra, per liberare l’accesso al cilindro (i cilindri europei sono comunque molto più sicuri in quanto forniti di un dispositivo antieffrazione brevettato e omologato UE).
Colla nella serratura: la nuova tecnica dei ladri
Sempre più specializzati nelle tecniche d’effrazione, i ladri attualmente hanno progettato un altro metodo per entrare indisturbati nelle abitazioni, almeno a quanto afferma la Polizia di Stato, che ha assistito a una preoccupante escalation di furti portati a termine proprio grazie a questo innovativo escamotage.
La tecnica della colla è piuttosto semplice e consiste nell’inserimento, all’interno della serratura esterna, di un quantitativo anche minimo di comunissima colla liquida che serve agli scassinatori per controllare (qualche ora dopo) se la casa è disabitata oppure se i proprietari sono rientrati nel frattempo.
L’applicazione di colla sul nottolino non è l’unico mezzo utilizzato dai malintenzionati che spesso la spargono anche sugli stipiti di porte e portoni di colla, sempre allo scopo di monitorare tutti i movimenti relativi a un determinato immobile.
La colla nella serratura funziona quindi come una sorta di segnale in codice che, non essendo particolarmente visibile dall’esterno, consente ai ladri di supervisionare l’abitazione con estrema sicurezza e dunque di avere la garanzia che nessuno sia entrato (dato che in tal caso la colla sarebbe stata eliminata dalla chiave).
Un metodo del genere viene usato soprattutto nelle seconde case che, rimanendo vuote per lungo tempo, rappresentano da sempre un bersaglio molto ambito dagli scassinatori.
Come riconoscere i segni di effrazione
Nella maggior parte dei casi, un tentativo di effrazione lascia qualche traccia, che può essere facilmente individuata dal proprietario dell’abitazione.
Il primo punto da prendere in esame è la zona intorno alla serratura, che appare alterata e spesso rotta.
Se la porta è in legno massiccio oppure rivestita con pannelli, è facile osservare porzioni scheggiate, che corrispondono ai punti in cui i ladri hanno tentato di fare leva con piede di porco o cunei.
Un altro indizio è rappresentato dalla presenza di un piccolo foro posizionato a livello della cornice della serratura, dove di norma spunta una sottile asticella metallica.
Bisogna inoltre fare molta attenzione all’integrità dell’area perimetrale della porta, dato che spesso i malviventi tentano di entrare proprio forzando gli stipiti, di solito vicino alle cerniere, facendo perno su di esse.
I fili di colla che pendono dalla serratura sono uno dei segni dei ladri sulle porte, indicativo del passaggio e della possibilità di ritorno.
Una deformazione localizzata nel punto d’inserimento della chiave è indicativa di un tentativo di effrazione con il grimaldello bulgaro che, anche se non rovina la struttura portante della serratura, comunque la altera, deteriorandola con modifiche visibili a occhio nudo.
In tutti questi casi, il proprietario deve mettersi in allarme, poiché i ladri potrebbero ritornare per portare a temine il furto.
I ladri come scelgono le case?
Gli obiettivi preferiti dai ladri sono ovviamente case isolate, di solito ville o villette inserite in un contesto verde, oppure appartamenti a pian terreno o all’ultimo piano.
Uno dei deterrenti per ladri è la presenza di vicini di casa attenti, che potrebbero dare l’allarme in assenza dei proprietari.
Per gli scassinatori è importante anche che non siano presenti cani da guardia sia nella casa presa di mira, sia in quelle adiacenti.
Nei condomini, un aspetto dissuasivo è rappresentato dal servizio di portineria, da negozi confinanti o da sistemi di videosorveglianza privata condominiale.
I malintenzionati scelgono le case da derubare anche in base al tipo di accesso ai piani alti, che deve avvenire preferibilmente con ascensore e scale, per consentire due vie di fuga.
Come evitare che i ladri entrino in casa
Tra le principali abitudini per la sicurezza della propria casa, con lo scopo di evitare furti, è utile seguire questi consigli:
- illuminare l’esterno dell’abitazione, poiché il buio facilita gli interventi di scasso;
- ritirare regolarmente le posta senza mai lasciare la buchetta delle lettere piena;
- annaffiare le piante sul davanzale e mantenere il giardino curato;
- vivere con uno o più cani da guardia;
- per prevenire i furti in casa durante i weekend fuori porta può essere utile lasciare accesa una luca, la televisione o una radio.
Purtroppo, nella maggior parte dei casi queste accortezze non bastano.
La soluzione più utile ed efficace rimane sempre quella di utilizzare sia sistemi di sicurezza passiva, come grate e inferriate alle finestre, porte blindate e infissi corazzati, che sistemi di sicurezza attivi come un antifurto perimetrale che protegga tutto l’esterno, un sistema di videosorveglianza privata e gli impianti antintrusione filare.