Quando anche il furto di caramelle è punibile con il licenziamento

Ha generato un certo stupore la sentenza n. 24014 della Corte di Cassazione, sezione lavoro, che ha confermato il licenziamento di un dipendente colto in flagrante per il furto di caramelle in un supermercato.

La vicenda risale al lontano 2009, quando il lavoratore, dipendente del supermercato appunto, era stato fermato al termine di un turno di lavoro in seguito all’attivazione dell’allarme antitaccheggio. Alla richiesta degli operatori di sicurezza, l’uomo, addetto al riassortimento degli scaffali, non aveva saputo spiegare come era venuto in possesso di alcuni sacchetti di caramelle, merce di un valore totale inferiore a 10 euro. Il presunto furto aveva subito portato al licenziamento del dipendente, che aveva altresì proposto la versione di un piano architettato ad hoc per “incastrarlo”.

Arrivata all’ultimo grado di giudizio, la vertenza ha trovato la sua conclusione con la pronuncia della Cassazione. Con sorpresa di molti, non solo la Corte ha ravvisato la correttezza del provvedimento adottato dal datore di lavoro, ma ha anche condannato il dipendente al pagamento delle spese processuali per un valore di € 3.500.

La sentenza si è fondata, come ricorda la Suprema Corte, su una valutazione della proporzionalità della sanzione disciplinare erogata dalla società in merito al singolo caso e non ha tenuto conto della condotta regolare osservata fino a quel momento dall’imputato, mai oggetto di provvedimenti in passato. Come citato nel testo: “Il dimostrato carattere fraudolento, nella specie palesemente doloso e premeditato, è stato ritenuto sintomatico della sua inaffidabilità e, come tale, idoneo ad incidere in maniera grave ed irreversibile sull’elemento fiduciario, nonostante la modesta entità del danno patrimoniale e la mancanza di precedenti disciplinari”.

Dalle parole della Corte traspare, quindi, anche la scarsa valenza del danno economico arrecato all’azienda: questo non ha inficiato le conclusioni dei giudici, i quali hanno ribadito come la giusta causa di licenziamento ricorra non nel valore della merce sottratta bensì nella frattura del vincolo fiduciario.

Che questo possa rappresentare uno sintomo (tra gli altri) di un cambiamento di approccio della giurisprudenza alle questioni in materia di diritto del lavoro?

 

Foto Credit: https://it.dreamstime.com/immagini-stock-rubare-caramella-da-un-bambino-image25931214

Condividi su: