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I porti sono infrastrutture litorali di appoggio alla navigazione critiche e con valenze funzionali che svolgono un ruolo strategico nel sistema degli interscambi tra rotte marittime ed itinerari terrestri. Per loro natura, sono stati da sempre un punto nevralgico nella struttura di una nazione. Attraverso i porti, si sviluppa un flusso notevole di passeggeri, oggi essenzialmente da traghetti e navi da crociera, nonché di merci che, al 60% della globalità, transitano in entrata/uscita attraverso gli scali marittimi. Lo Stato, allo scopo di vigilare sul transito clandestino di persone e merci, ha posto in essere delle misure di sicurezza che, inizialmente, consistevano nell’individuazione di una cinta portuale e doganale e in vari controlli di polizia e dogana e che, oggi, in conseguenza dei recenti forti allarmi terroristici, si sono trasformati in misure di vigilanza più efficaci ed adatte ai tempi. Le nuove disposizioni di natura obbligatoria, contenute nell’ISPS Code (International Ship and Port Facility Security Code), definiscono un complesso di norme indispensabili per rafforzare la protezione del trasporto marittimo, e prevedono un insieme di misure di sicurezza attive e passive articolate su tre livelli (normale, rafforzato, elevato) la cui attuazione concreta è correlata all’analisi dei rischi (Risk Assessment). Il nuovo ordinamento ha reso obbligatoria la designazione dei soggetti responsabili dell’applicazione delle misure di sicurezza e quindi degli agenti di sicurezza della nave, della società e dell’ambito portuale, e la stesura di un Piano di Security (preparato dalla compagnia per le navi e dal terminalista per le Port Facility) che tenga conto dell’analisi dei rischi, sia della nave che dell’impianto portuale.
Oggi, direttive europee e leggi italiane, contribuiscono ad ampliare i concetti di security portuale, prevedendo una serie di prescrizioni che coinvolgono l’intero sistema portuale in reazione a quanto proviene dal mare, siano persone o merci. Tali procedure presuppongono l’applicazione degli strumenti di valutazione del rischio e di pianificazione ed implementazione dei piani security in un’area molto estesa e complessa, caratterizzata da spazi comuni, aree di transito e viabilità, magazzini, depositi di container vuoti, parcheggi per autoveicoli, strettamente connessa al trasporto marittimo, anche se distante dall’interfaccia nave/porto. Le potenziali minacce che potrebbero interessare un porto sono:
L’Autorità Portuale è responsabile del piano di adeguamento del sistema di security del proprio porto, a partire dalla valutazione del rischio degli impianti portuali e delle parti comuni. Questo piano coinvolge i concessionari che gestiscono, sia il traffico passeggeri, sia il traffico merci. Sicuritalia, grazie ai suoi professionisti e sulla base delle linee guida normative, può affiancare l’Autorità Portuale ed il suo PFSO (Port Facility Security Officer), responsabile dell’applicazione del piano di security, nella stesura del PFSA (Port Facility Security Assessment):
Il personale di vigilanza privata può, inoltre:
Sicuritalia è in grado di intervenire sulla struttura di sicurezza, progettando, installando e manutenendo impianti di sicurezza anche molto innovativi, come:
Potersi affidare ad un professionista della security portuale come Sicuritalia, vuol dire affidarsi ad un partner in grado di creare le corrette sinergie tra tutte le parti del PFSP (Port Facility Security Plan), intervenendo sia a monte dello stesso, nelle fasi di progettazione, sia a valle, nelle fasi di implementazione delle misure organizzative, tecniche ed infrastrutturali previste, garantendo il corretto supporto professionale e la corretta formazione del personale operativo.