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07/04/2025 - Francia - Tre arresti per accuse legate al terrorismo nella regione di Dunkerque

06/04/2025 - Algeria - Riprende il dialogo con la Francia: visita ufficiale del ministro Barrot ad Algeri

06/04/2025 - Algeria - Dialogue with France resumes: Minister Barrot's official visit to Algiers

06/04/2025 - Turchia - Il Chp lancia una campagna nazionale per elezioni anticipate e sfiducia a Erdogan

06/04/2025 - Türkiye - CHP launches nationwide campaign for early elections and no confidence in Erdogan

06/04/2025 - Stati Uniti - Giornata di mobilitazione internazionale contro amministrazione Trump

06/04/2025 - United States - International Day of Action Against Trump Administration

05/04/2025 - Qatar - La Commissione degli ulema sunniti emette una fatwa per il jihad armato contro Israele

05/04/2025 - Qatar - Sunni Ulema Commission issues fatwa for armed jihad against Israel

04/04/2025 - Cina - Pechino risponde ai dazi USA con tariffe del 34% sulle importazioni statunitensi

 

07/04/2025 - Francia - Tre arresti per accuse legate al terrorismo nella regione di Dunkerque

Domenica, tre uomini sono stati incriminati in connessione a un piano di attentato con esplosivi. I sospetti sono stati arrestati questa settimana nella regione di Dunkerque, nel nord della Francia. Secondo la Procura nazionale antiterrorismo (PNAT), la polizia ha arrestato il primo dei giovani dopo essere stata allertata da un familiare, rinvenendo una cintura artigianale che poteva essere utilizzata per trasportare ordigni esplosivi. Il sospettato aveva giurato fedeltà allo Stato Islamico. Si ritiene che il giovane fosse intenzionato ad attaccare la comunità ebraica. Un altro sospettato è accusato a sua volta di associazione a delinquere terroristica, per avergli fornito un arma da fuoco, rivelatasi falsa. Il terzo è accusato di mancata denuncia di reato terroristico e posto sotto sorveglianza giudiziaria.

 

06/04/2025 - Algeria - Riprende il dialogo con la Francia: visita ufficiale del ministro Barrot ad Algeri

Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, è stato ricevuto ad Algeri dal suo omologo Ahmed Attaf, segnando il primo incontro bilaterale di alto livello dopo le recenti tensioni tra Francia e Algeria. La crisi si era intensificata a causa del sostegno di Emmanuel Macron al piano marocchino per il Sahara occidentale, provocando la reazione del governo algerino. La visita segue un colloquio telefonico tra Macron e il presidente Abdelmadjid Tebboune in occasione dell’Eid al Fitr, che ha contribuito ad allentare il clima diplomatico. In una nota congiunta, i due governi hanno ribadito l’intenzione di rafforzare i rapporti attraverso un’agenda condivisa, fondata su obiettivi concreti e scadenze definite. Tebboune ha ridimensionato la portata dello scontro, definendolo una “tempesta politica e mediatica artificiale”, e ha confermato Macron come “interlocutore privilegiato” per il dialogo con Parigi, auspicando un percorso basato sul confronto diretto e costruttivo.

 

06/04/2025 - Algeria - Dialogue with France resumes: Minister Barrot's official visit to Algiers

French Foreign Minister Jean-Noel Barrot was received in Algiers by his counterpart Ahmed Attaf, marking the first high-level bilateral meeting since recent tensions between France and Algeria. The crisis had escalated due to Emmanuel Macron's support for the Moroccan plan for Western Sahara, provoking a reaction from the Algerian government. The visit follows a telephone conversation between Macron and President Abdelmadjid Tebboune on the occasion of Eid al Fitr, which helped ease the diplomatic climate. In a joint statement, the two governments reiterated their intention to strengthen relations through a shared agenda, based on concrete objectives and defined deadlines. Tebboune played down the scale of the conflict, calling it an "artificial political and media storm", and confirmed Macron as a "privileged interlocutor" for dialogue with Paris, hoping for a path based on direct and constructive confrontation.

 

06/04/2025 - Turchia - Il Chp lancia una campagna nazionale per elezioni anticipate e sfiducia a Erdogan

Durante il congresso straordinario ad Ankara, il leader del Chp Özgür Özel ha annunciato una campagna nazionale per chiedere elezioni anticipate e sfiduciare il presidente Recep Tayyip Erdogan, dopo la controversa detenzione del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu. Il partito ha lanciato una raccolta firme in tutto il Paese per manifestare dissenso verso il governo. Il deputato Umit Ozlale ha definito l’iniziativa un momento storico, espressione del rifiuto di un sistema repressivo. Con 127 seggi, il Chp vuole spingere l’opinione pubblica e le istituzioni a forzare il ritorno alle urne, anche se servono 360 voti parlamentari per sciogliere l’assemblea. La coalizione al potere (Akp-Mhp), con 315 seggi, sostiene che Erdogan possa ricandidarsi nel caso di elezioni anticipate, considerandolo al primo mandato nel nuovo sistema presidenziale. La questione rimane controversa e alimenta il dibattito giuridico e politico nel Paese.

 

06/04/2025 - Türkiye - CHP launches nationwide campaign for early elections and no confidence in Erdogan

During the extraordinary congress in Ankara, CHP leader Özgür Özel announced a nationwide campaign to call for early elections and to vote no confidence in President Recep Tayyip Erdogan, following the controversial detention of Istanbul Mayor Ekrem Imamoglu. The party has launched a nationwide signature drive to express dissent against the government. MP Umit Ozlale called the initiative a historic moment, an expression of rejection of a repressive system. With 127 seats, the CHP wants to push public opinion and institutions to force a return to the polls, even though 360 parliamentary votes are needed to dissolve the assembly. The ruling coalition (AKP-MHP), with 315 seats, claims that Erdogan can run again in the event of early elections, considering him to be in his first term in the new presidential system. The issue remains controversial and fuels legal and political debate in the country.

 

06/04/2025 - Stati Uniti - Giornata di mobilitazione internazionale contro amministrazione Trump

Decine di migliaia di manifestanti si sono riuniti a Washington D.C. e in altre città degli Stati Uniti per protestare contro l'amministrazione Trump. Queste manifestazioni fanno parte di circa 1.200 proteste organizzate in tutti i 50 stati americani, nonché in Canada, Messico e città europee come Berlino e Parigi, segnando la più grande giornata di protesta fino ad oggi. A Washington, più di 20.000 persone si sono radunate al National Mall, sostenute da circa 150 gruppi attivisti. I manifestanti hanno espresso preoccupazione per diverse politiche, tra cui l'immigrazione, i dazi commerciali, l'istruzione e i massicci licenziamenti nelle agenzie federali. Anche in Europa, centinaia di americani si sono uniti alle proteste, con manifestazioni a Berlino, Francoforte, Parigi e Londra, esprimendo opposizione alle ampie riforme delle politiche interne ed estere degli Stati Uniti attuate dall'amministrazione Trump.

 

06/04/2025 - United States - International Day of Action Against Trump Administration

Tens of thousands of protesters gathered in Washington DC and other cities across the United States to protest the Trump administration. The demonstrations are part of about 1,200 protests organized in all 50 US states, as well as in Canada, Mexico and European cities such as Berlin and Paris, marking the largest day of protests to date. In Washington, more than 20,000 people gathered on the National Mall, supported by about 150 activist groups. Protesters expressed concerns about several policies, including immigration, trade tariffs, education and massive layoffs at federal agencies. In Europe, hundreds of Americans also joined the protests, with demonstrations in Berlin, Frankfurt, Paris and London, voicing opposition to the Trump administration's sweeping reforms of US domestic and foreign policies.

 

05/04/2025 - Qatar - La Commissione degli ulema sunniti emette una fatwa per il jihad armato contro Israele

La Commissione di ijtihad e fatwa dell’Unione mondiale degli ulema musulmani ha emesso una fatwa che definisce il jihad armato contro Israele come “obbligo per ogni musulmano in grado di combattere”, in risposta alla guerra nella Striscia di Gaza. Il pronunciamento invoca un intervento militare immediato da parte dei Paesi arabi e musulmani, il blocco totale di Israele via terra, mare e aria, e il ritiro da ogni accordo di pace con Tel Aviv. La fatwa considera “dovere religioso” sostenere la resistenza palestinese in ambito militare, politico, finanziario e giuridico. Viene inoltre vietata la normalizzazione dei rapporti con Israele e la fornitura di petrolio e gas. L’appello è rivolto anche alla diaspora musulmana, in particolare negli USA, affinché faccia pressione sull’amministrazione Trump per fermare l’aggressione israeliana. L’Unione mondiale degli ulema musulmani, con sede a Doha, è vicina all’Islam politico, in particolare ai Fratelli Musulmani, ed è criticata da vari Paesi arabi per le sue posizioni ideologiche radicali.

 

05/04/2025 - Qatar - Sunni Ulema Commission issues fatwa for armed jihad against Israel

The Ijtihad and Fatwa Commission of the World Union of Muslim Scholars has issued a fatwa defining armed jihad against Israel as an “obligation for every Muslim capable of fighting,” in response to the war in the Gaza Strip. The pronouncement calls for immediate military intervention by Arab and Muslim countries, a total blockade of Israel by land, sea and air, and withdrawal from any peace agreement with Tel Aviv. The fatwa considers it a “religious duty” to support Palestinian resistance in the military, political, financial and legal spheres. It also prohibits the normalization of relations with Israel and the supply of oil and gas. The appeal is also addressed to the Muslim diaspora, particularly in the USA, to put pressure on the Trump administration to stop Israeli aggression. The World Union of Muslim Scholars, based in Doha, is close to political Islam, particularly the Muslim Brotherhood, and is criticized by several Arab countries for its radical ideological positions.

 

04/04/2025 - Cina - Pechino risponde ai dazi USA con tariffe del 34% sulle importazioni statunitensi

La Cina ha annunciato l’imposizione di un dazio aggiuntivo del 34% su tutte le merci importate dagli Stati Uniti, in risposta alla decisione di Washington di introdurre “dazi reciproci” sulle esportazioni cinesi. Pechino considera queste misure statunitensi una violazione delle regole del commercio internazionale e una forma di bullismo economico. La Commissione tariffaria del Consiglio di Stato ha stabilito che le nuove tariffe entreranno in vigore il 10 aprile 2025, senza possibilità di riduzione o esenzione. Tuttavia, le merci spedite dagli USA prima di tale data e arrivate in Cina entro il 13 maggio saranno esentate dai dazi aggiuntivi.

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