Le telecamere di videosorveglianza sono dispositivi che consentono di vigilare a distanza su spazi incustoditi oppure edifici garantendo la trasmissione di immagini rilevate da angolazioni strategiche.
Generalmente un sistema di questo tipo è associato a un impianto antifurto poiché, grazie alla sinergia tra questi due supporti, è possibile azionare un allarme.
Diffusa sempre maggiormente anche in ambito domestico per i costi molto contenuti delle videocamere (soprattutto i modelli IP che si possono collegare a internet), la videosorveglianza viene utilizzata per la difesa di immobili, proprietà agricole, capannoni, fabbricati, giardini, parcheggi all’aperto e zone dove vengono scaricati abusivamente i rifiuti.
La possibilità di controllare a vista locali interni o aree esterne sia pubbliche che private viene affiancata dalla registrazione su hard disk mediante un videoregistratore (DVR oppure NVR) delle riprese.
Il numero delle telecamere che possono essere gestite tramite un unico sistema operativo è variabile e dipende dall’estensione delle proprietà da sorvegliare.
Qualunque sia il sistema di videosorveglianza coinvolto, esiste una normativa che regola la registrazione, l’archiviazione e la visualizzazione di immagini e video, che possono essere condivisi con le autorità competenti soltanto in alcuni casi.
Le telecamere, infatti, riprendono dati sensibili che da un lato hanno l’obiettivo di garantire una maggiore sicurezza ma dall’altro lato possono interferire con la privacy degli individui.
Nel nostro Paese il trattamento di questi dati è materia del garante, una figura legislativa che ha il compito di discriminare le informazioni ottenute.
Di conseguenza, sistemi del genere devono essere installati in ottemperanza a precisi vincoli, la cui violazione prevede sanzioni molto onerose.
Il principio chiave della videosorveglianza è il rispetto della privacy, che deve seguire il regolamento GDPR e che riguarda sia l’indicazione della presenza di videocamere nello spazio controllato, sia la conservazione delle immagini.
Quest’ultimo aspetto deve garantire un’archiviazione sicura e l’accesso esclusivo soltanto a personale autorizzato (il proprietario dell’immobile oppure, su sua espressa richiesta, le forze dell’ordine ed eventuali periti assicurativi).
Lo sfruttamento di immagini per altri scopi si configura come una violazione della privacy passibile di multe.
Come funzionano le registrazioni delle telecamere?
Le telecamere di videosorveglianza consentono di registrare tutto quello che succede in un’area ben definita e collegata al loro campo visivo.
La maggior parte dei modelli attualmente in circolazione consente di archiviare le registrazioni in cloud oppure su hard disk, a seconda del tipo di supporto utilizzato e del suo software.
Alcuni prodotti permettono di selezionare tra differenti sistemi di registrazione, comprendenti anche NVR, VCR o DVR.
Spesso è possibile effettuare dei backup che garantiscono la conservazione di una copia delle registrazioni su un dispositivo differente rispetto a quello di archiviazione.
Il funzionamento delle videocamere prevede innanzitutto la registrazione di immagini che vengono poi archiviate in una scheda di memoria la cui ampiezza è limitata alle sue capacità operative.
Un metodo alternativo a questo prevede l’impiego di un lettore multimediale portatile, identificato con l’acronimo PMP: si tratta di un piccolo dispositivo che può essere facilmente trasportato e che è dotato di uno schermo LCD per consentire la visualizzazione in tempo reale dei dati.
La sua capacità di archiviazione non è paragonabile a quella degli hard disk esterni, ma la versatilità è sicuramente superiore.
Telecamere di videosorveglianza: per quanto tempo registrano?
L’attuale normativa vigente riferita ai sistemi di videosorveglianza (provvedimento 84/2010 del garante della privacy) stabilisce che la durata della conservazione di dati registrati sia di 24 ore.
Possono esserci differenti tipologie di supporti per la registrazione, il cui funzionamento può durare da poche ore fino ad alcuni giorni, a seconda del tipo di installazioni presenti.
I fattori che incidono maggiormente comprendono le modalità di settaggio, il motion detect e la percentuale di immagini fisse o di riprese video.
Inoltre, se l’apparecchio presenta un’inquadratura panoramica oppure funziona in modalità notturna, il tempo di registrazione diminuisce poiché l’operatività è più intensa.
Come vedere le registrazioni delle telecamere
Per vedere le immagini registrate da una telecamera di sicurezza, è necessario dapprima accedere al menu principale e identificare l’opzione di visualizzazione per foto oppure riprese video.
Successivamente bisogna accedere alle registrazioni che sono state preventivamente salvate e quindi già archiviate in memoria, scegliendo la modalità più indicata al tipo di software.
Di solito la maggior parte dei sistemi richiede una password che deve essere inserita correttamente prima di spingere il tasto “ok” oppure “play”.
Chi desidera salvare la videoripresa deve azionare l’opzione “save the video”, che consente di archiviare i dati senza rischiare che vengano cancellati alla fine della visualizzazione.
La registrazione dei filmati, che si trova direttamente sull’hard disk e che rimane il mezzo più classico di archiviazione, può essere visualizzata in tempo reale soltanto se si dispone della possibilità di collegare la videocamera al computer.
In questo caso è necessario che il sistema operativo sia compatibile con il software della videocamera, poiché in caso contrario il video rimane oscurato.
Chi può visionare le immagini della videosorveglianza
Le immagini riprese da una videocamera di sorveglianza possono essere visionate dagli organi di pubblica sicurezza, da periti assicurativi e da privati cittadini che abbiano fatto richiesta al garante della privacy.
Le telecamere installate in condomini devono inquadrare esclusivamente lo spazio individuale del proprietario dell’immobile per consentirgli di visionare i dati ottenuti.
Le registrazioni di micro-SD card, che hanno una durata compresa tra poche ore a tre o quattro giorni, di solito vengono utilizzate dai proprietari della zona sorvegliata che, se lo desiderano, coinvolgono Polizia e Carabinieri nella visualizzazione dei reperti.
L’accesso alle immagini registrate è strettamente regolato dalle normative, per cui è il garante della privacy che concede l’autorizzazione.
L’incaricato addetto alla gestione delle registrazioni è l’unico autorizzato a garantire l’accesso ai dati e a decidere se consegnarli a terze persone oppure no.
La Polizia Giudiziaria e le forze dell’ordine in generale, così come gli istituti di vigilanza privata, devono fare specifica richiesta di accesso alle immagini attenendosi alle normative vigenti.
Queste limitazioni servono a tutelare gli interessi dei privati cittadini che decidono di servirsi dei sistemi di videosorveglianza.
Chi può visionare le registrazioni delle telecamere in condominio
Il principale utilizzatore delle immagini registrate da telecamere montate in un edificio condominiale è l’amministratore, che rappresenta la figura di riferimento per tutti i condomini.
È diritto di ogni proprietario chiedere di visionare i dati, anche qualora lo spazio ripreso non fosse di sua pertinenza, soltanto a condizione che tutto questo avvenga sotto il controllo dell’amministratore.
È sempre necessario effettuare una richiesta di accesso ai filmati di videosorveglianza del condominio prima di avere accesso ai dati sensibili che in questo caso riguardano molte persone, dato che il condominio è formato da numerose unità immobiliari.
È sempre opportuno consultare preventivamente l’amministratore, che è tenuto a rispettare le norme imposte dal garante della privacy, soprattutto quando gli stabili comprendono più proprietà e di conseguenza le persone coinvolte sono molte.
Acquisizione immagini videosorveglianza da forze dell’ordine
Le riprese effettuate da una videocamera di sorveglianza che mostrano persone riconoscibili sono considerate dati sensibili e quindi protetti dalla normativa sulla privacy.
La loro consegna viene concessa soltanto ai Carabinieri e alla Polizia Giudiziaria, che devono rispettare comunque il principio di liceità (rispetto dei dati personali), il principio di necessità (comprovata esigenza) e il principio di proporzionalità (adeguata dislocazione).
Le forze dell’ordine devono comunque perseguire scopi legittimi e oggettivi, che abbiano la finalità di preservare la pubblica sicurezza, identificando situazioni a rischio.
In tutti i casi è indispensabile che il sistema di videosorveglianza sia segnalato dall’apposito cartello di area videosorvegliata; infatti, questi sistemi possono svolgere funzioni istituzionali collegate alla prevenzione di reati in contesti pubblici oppure tutelare privati cittadini relativamente alla loro proprietà.
Soltanto nelle aree condominiali sono ammesse riprese che possono arrivare direttamente alle forze dell’ordine dopo l’autorizzazione da parte dell’amministratore.
Videosorveglianza privati e condomini a norma: affidarsi a Sicuritalia
Sicuritalia, leader nel settore della sicurezza pubblica e privata, offre una completa assistenza ai suoi clienti, di modo da guidarli nell’installazione di un sistema di videosorveglianza a norma di legge, per poi assistere alla lettura e all’acquisizione delle immagini di videosorveglianza per privati e condomini.
L’Antifurto Sicuritalia Protezione24 Casa, l’antifurto wireless di ultima generazione, inoltre, mette a disposizione un’app mobile per sorvegliare la propria casa a distanza, da cui è possibile prendere visione delle immagini raccolte dalle videocamere di videosorveglianza nella propria abitazione, in tempo reale.